Spesso giustifichiamo il
desiderio di alimentare un cane o un gatto con la carne col fatto che la natura
è fatta così: cani e gatti - predatori, e devono mangiare carne - è la cosa più
naturale.
Probabilmente la questione di
molti: dando ad un cane affamato della carne lo salviamo dalla fame, non ci
tocca il fatto che altri animali diventano un pasto a base di carne? Sia gli
uni che gli altri hanno lo stesso diritto alla vita ed hanno la stessa sete di
vita.
Passando alla storia, cani e
gatti domestici non hanno tempo per vivere sotto le leggi della natura, come i
loro colleghi selvatici. L’uomo li ha addomesticati e resi dipendenti. Essi
ricevono il cibo e dormono in un luogo caldo. Essi non devono più vivere in un
buco e rintracciare prede. Se l'animale è malato, il custode diligente (la
parola proprietario è più adatto per le cose e non per una persona ragionevole e che abbia un senso di creature
viventi) mostrerà il suo amico al veterinario. In natura, gli stessi animali
malati di solito diventano preda.
Perché, allora, in assenza di fatti
naturali, la vita di cani e gatti va ad insistere su questo: il contenuto di
carne nella loro dieta? Infatti, per una sana dieta non necessariamente bisogna
mangiare carne e, nelle attuali condizioni, è anche dannoso alla salute. Un organismo
che costruisce le proteine necessarie da aminoacidi, ma gli aminoacidi li
troviamo anche nelle piante. Non vi è alcuna necessità di spezzare proteine
estranee derivate dal cadavere di un altro animale, formando aminoacidi, e poi
costruire le proteine necessarie per sé stessi.
Bisogna dire che gli animali
stessi non sarebbero in grado di trovare quelle piante che forniscono la loro
gamma completa di aminoacidi, vitamine e minerali. Solo in condizioni
selvatiche. E in una società civile, avendone le conoscenze, per l'uomo non risulterebbe
difficile raccogliere qualche sana pianta, e sarebbe pure più economico.
Si deve tener conto di alcuni
fattori come ad esempio: ne cani ne gatti non producono per se stessi alcune
vitamine (B12, per esempio) e, la vitamina D, andrebbe aggiunta alla dieta dei
nostri vegetariani a quattro zampe.
Nella nostra famiglia quattro
cani. Tutti e quattro vegani. Coi cani è più facile: si nutrono di tutto come
noi, piatti di riso, fagioli, cereali, lenticchie. Adorano patate e maccheroni.
Già diverse combinazioni dei prodotti di cui sopra forniscono un insieme
completo di aminoacidi essenziali e mantiene normale l’acidità gastrica. E
quando si aggiungono prodotti di soia, che di solito sono arricchiti con
vitamine e di calcio, tutti i problemi svaniscono.
Coi gatti è un po’ più complicato.
C’è l’ostacolo che i gatti, a differenza dei cani, ad esempio, non possono
sintetizzare alcuni nutrienti. Uno è l'aminoacido taurina.
Di recente il problema è stato
risolto per garantire questo importante componente, così come altri elementi
essenziali vitamine e minerali per i nostri Fido e Micio.
Tuttavia, un ulteriore fattore
che complica lo spostamento dei gatti alla dieta vegetariana, la loro naturale
schizzinosità alimentare. Un gatto dovrebbero prendere confidenza con una
pietanza, poi piano piano avvicinarcisi con fiducia e appetito. Pertanto, i
gatti di solito passano da carne a dieta vegetariana a poco a poco, aggiungendo
gradualmente alla dieta a base di carne componenti vegetali.
Negli Stati Uniti e in altri paesi dove prodotti non a base di carne
sono più distribuiti commercialmente, ci si può servire nei negozi o tramite
Internet. Molto conveniente. Ma se una tale possibilità non esiste, si può
facilmente cuocere il cibo per se stessi e i nostri amici neo-vegetariani.
|