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| Home » 2011 » Marzo » 29 » Mucche con nome fanno più latte
Mucche con nome fanno più latte | 00:46 |
Che si chiami Wendy o Carolina poco importa: basta che una mucca abbia un nome e produrra' piu' latte di una 'collega' che invece un nome non ce l'ha. Queste le conclusioni di uno studio della Newcastle University, pubblicato sul sito della rivista Anthrozoos. ''Cosi' come la gente reagisce meglio se viene trattata con un tocco personale, le mucche sono piu' felici e rilassate se ricevono un'attenzione piu' individuale'' spiega Catherine Douglas, della Scuola di agricoltura, cibo e sviluppo rurale presso l'Universita' di Newcastle. ''Quello che dimostra il nostro studio - aggiunge Douglas - e' quanto tanti allevatori attenti sanno da tempo. Dando maggiore importanza al singolo animale, con comportamenti come chiamare una mucca con il suo nome o interagire durante la sua crescita, non solo possono migliorare il benessere dell'animale e la sua percezione degli esseri umani, ma anche aumentare la produzione di latte''. Lo studio dell'Universita' di Newcastl, riferisce ScienceDaily, ha svolto un'indagine su 516 produttori di latte inglesi. Quasi la meta', il 46%, ha affermato di chiamare per nome le mucche nella propria fattoria, ottenendo, per lo stesso numero di animali, 258 litri in piu' di latte di chi invece non lo fa. Il 66% degli allevatori ha detto di ''conoscere tutte le mucche della mandria'' e il 48% era d'accordo sul fatto che un contatto umano positivo e' piu' probabile che condizioni mucche con una buona tendenza a produrre latte. "I nostri dati - spiega Douglas - suggeriscono che nell' intera Gran Bretagna i produttori di latte considerano le loro mucche come esseri intelligenti capaci di sperimentare una gamma di emozioni. E dare piu' importanza alla conoscenza dei singoli animali e chiamarli per nome puo' - a costo zero per l' allevatore - anche incrementare in modo significativo la produzione di latte''. ''Qualsiasi tipo di contatto personale con l'animale lo mette in condizioni di vivere meglio - conferma Giancarlo Belluzzi, vicepresidente dell'Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi) - si pensi ad esempio alla musica, alle carezze prima della mungitura, o comunque ad un approccio diretto e personale, che rientra nelle linee del benessere animale e di una maggiore empatia di questo con l'ambiente''. Guardando alla realta' pero' ''e' impensabile oggi dare nomi agli animali nei moderni sistemi di allevamento, che nel caso dei bovini contiene oltre 500 esemplari e nel caso dei suini alcune migliaia''. Il punto e' guardare al contesto piu' ampio del benessere dell'animale, che si tratti di una mucca o di un maiale poco importa: ''E' obbligatorio - aggiunge il vicepresidente dell' Anmvi - per il rispetto delle leggi ma anche per una vita funzionale dell'animale produttivo, trattarlo in modo corretto. Si parte innanzitutto dal comfort dell'ambiente, pulizia e igiene, dalle condizioni della lettiera. Poi si tratta di fornire adeguati spazi di movimento e di riposo, oltre a quello della mangiatoia, dove bisogna evitare lotte fra i singoli animali''. Da non sottovalutare anche luci e suoni: ''Luci fioche la notte e niente rumori fastidiosi e toni acuti'' conclude Belluzzi.
Tratto da: solatium.comze.com
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Aggiunto da: paradisiverdi
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