Probabilmente se
siete sensibili all'ambiente ed avete letto il nostro articolo "La sete
planetaria!" siete preoccupati e magari anche spaventati. Ma come
sappiamo, tutto è nelle nostre mani e c'è sempre una soluzione per migliorare o
sistemare i danni che abbiamo arrecato al nostro pianeta ed a noi stessi.
Quindi prendiamoci le nostre responsabilità e cominciamo ad agire! Le campagne di "consigli spiccioli"
Prendiamo spunto questa volta da una campagna di AMREF Italia, ma lo stesso si
può dire di molte altre organizzazioni. La campagna si chiama
SprecoMenoSubito, e, nella pagina delle Regole contro lo spreco d'acqua* elenca giustamente tante piccole regole utili
da applicare ogni giorno per risparmiare acqua.
Ma manca il consiglio più
"potente" in assoluto, più potente di tutti gli altri messi assieme, e che
quindi non deve assolutamente essere trascurato: diminuire il consumo di
carne e altri alimenti animali, che sono quelli a maggior dispendio d'acqua, perché
per produrli viene spesa moltissima acqua rispetto alla produzione di cibi vegetali.
Questo e' anche quanto consigliato dalla "Campagna per la decrescita". Nel loro articolo I primi 10 consigli per entrare nella resistenza con la decrescita**
troviamo in questo decalogo di base per pesare meno sul pianeta proprio
il consiglio esplicito "Mangiare poca carne. O meglio, mangiare
vegetariano."
Perché serve tanta acqua per produrre carne?
La premessa da fare, per comprendere i motivi dell'impatto delle
nostre scelte alimentari sul consumo d'acqua, riguarda il fatto che gli
animali d'allevamento sono "fabbriche di proteine alla rovescia".
Infatti, gli animali consumano molte più calorie, ricavate dai
vegetali, di quante ne producano sottoforma di carne, latte e uova:
come "macchine" che convertono proteine vegetali in proteine animali,
sono del tutto inefficienti.
Il rapporto di conversione da mangimi vegetali dati agli animali a
"cibo animale" per gli umani varia da 1:30 a 1:4, a seconda della
specie animale, vale a dire: per produrre 1 kg di carne servono da 4 a
30 kg di vegetali coltivati appositamente. Per la loro coltivazione serve acqua. Per dar da bere agli animali serve acqua. Per pulire stalle e macelli serve acqua.
Dalle istituzioni e dal mondo scientifico
In organizzazioni come l'OMS, la FAO e la Banca Mondiale, aumenta
sempre di più la preoccupazione per l'impatto dell'allevamento
industriale sull'utilizzo delle terre coltivabili e conseguentemente
sulla possibilità o meno di nutrire il mondo in modo efficiente.
Esse affermano: "L'aumento del consumo di prodotti animali in paesi
come il Brasile e la Cina (anche se tali consumi sono ancora ben al di
sotto dei livelli del Nord America e della maggior parte degli altri
paesi industrializzati) ha anche considerevoli ripercussioni
ambientali. Il numero di persone nutrite in un anno per ettaro varia da
22 per le patate, a 19 per il riso fino a solo 1 e 2 persone
rispettivamente per il manzo e l'agnello. Allo stesso modo, la
richiesta d'acqua diventerà probabilmente uno dei maggiori problemi di
questo secolo. Anche in questo caso, i prodotti animali usano una quantità molto maggiore di questa risorsa rispetto ai vegetali." [WHO/FAO2002].
L'acqua richiesta per produrre vari tipi di cibo vegetale e foraggio
varia dai 500 ai 2000 litri per chilo di raccolto prodotto. Il bestiame
utilizza in modo diretto solo l'1,3% dell'acqua usata in totale in
agricoltura; tuttavia, se si prende in considerazione anche l'acqua
richiesta per la coltivazione dei cereali e del foraggio per uso
animale, la quantità d'acqua richiesta è enormemente più elevata. Per 1 kg di manzo da allevamento intensivo servono 100.000 litri d'acqua
(200.000 se l'allevamento è estensivo); per 1 kg di pollo, servono 3500
litri d'acqua, 2000 per la soia, 1910 per il riso, 1400 per il mais,
900 per il grano, 500 per le patate. [Pimentel1997]
Il direttore esecutivo dell'International Water Institute di Stoccolma, ha dichiarato "Gli animali vengono nutriti a cereali, e anche quelli allevati a pascolo richiedono molta più acqua rispetto alla produzione diretta di grano.
Ma nei paesi sviluppati, e in parte in quelli in via di sviluppo, i
consumatori richiedono ancora più carne [...]. Ma sarà quasi
impossibile nutrire le future generazioni con una dieta sul genere di
quella che oggi seguiamo in Europa occidentale e nel Nord America". Ha
aggiunto inoltre che i paesi ricchi saranno in grado di aggirare il
problema importando acqua virtuale, il che significa importare cibo
(mangime per animali o carne) da altri paesi, anche da quelli che non
hanno abbastanza acqua. [Kirby2004]
Oltre a consumarla, l'allevamento inquina l'acqua
Al consumo smodato d'acqua, va aggiunto il problema dello smaltimento
dell'enorme quantità di deiezioni prodotte dagli animali degli
allevamenti intensivi. Le deiezioni liquide e semi-liquide del bestiame
contengono livelli di fosforo e nitrogeno al di sopra della norma,
perché gli animali possono assorbire solo una piccola parte della
quantità di queste sostanze presenti nei loro mangimi.
Quando gli escrementi animali filtrano nei corsi d'acqua,
il nitrogeno e fosforo in eccesso in essi contenuto rovina la qualità
dell'acqua e danneggia gli ecosistemi acquatici e le zone umide. Circa
il 70-80% del nitrogeno fornito ai bovini, suini e alle galline ovaiole
mediante l'alimentazione, e il 60% di quello dato ai polli "da carne"
viene eliminato nelle feci e nell'urina e finisce nei corsi d'acqua.
[CIWF2004]
Un anno intero di acqua per soli 5 kg di carne
Per concludere, un dato emblematico, che fa riflettere: il
settimanale Newsweek ha calcolato qualche anno fa che per produrre soli
cinque chili di carne bovina serve tanta acqua quanta ne consuma una famiglia media americana in un anno (5 kg di carne non bastano a coprire il consumo di una settimana, per la stessa famiglia!).
Perciò è chiaro che la prima cosa da fare, per risparmiare davvero acqua, è diminuire i consumi di alimenti animali, privilegiando il consumo diretto di vegetali
(cereali, legumi, verdura, frutta, nelle migliaia di possibili ricette
appetitose che si possono preparare): come singola azione da compiere è
la più potente in assoluto, molto di più di qualsiasi altra azione di risparmio il singolo cittadino possa intraprendere.
D'altro canto, è noto che l'attuale consumo di alimenti animali è di
molto superiore al massimo consigliato dall'Istituto Mondiale per gli
studi sul Cancro (World Cancer Institute), che consiglia, nelle sue
linee guida per la prevenzione del cancro, di non consumare più di 80
grammi al giorno di carne rossa, il che significa 30 kg l'anno come
MASSIMA quantità di carne rossa ammessa. In Italia, ogni anno si
consumano mediamente 62 kg di carne rossa pro-capite, più 30 kg di
altra carne, quindi il doppio rispetto al massimo consigliato.
Modificando le nostre abitudini alimentari, faremo molto per l'ambiente, e faremo un gran regalo alla nostra salute. _________________________________________
* Regole contro lo spreco d'acqua 1. Chiudi il rubinetto quando ti lavi i denti, il viso o ti fai la barba: puoi
risparmiare fino a 28 litri 2. Usa uno scarico differenziato per lo sciacquone: puoi risparmiare
fino a 25 litri 3. Scegli di fare una doccia e non il bagno: puoi risparmiare
fino a 100 litri 4. Ripara il rubinetto che perde: oltre ad essere un obbligo morale,
ti farà risparmiare fino a 11litri 5. Usa lavatrici e lavastoviglie ecologiche (classe A+) e solo a pieno
carico: risparmi fino a 80litri 6. Lava la tua auto con il secchio o in impianti che riciclano l’acqua:
puoi risparmiare fino a 150litri 7. Installa riduttori di flusso o frangiflutti ai rubinetti di casa:
risparmi fino a 70 litri
** I primi 10 consigli per entrare nella resistenza con la decrescita 1. Liberarsi dalla televisione
Per entrare
nella decrescita, la prima tappa è prendere coscienza dei propri
condizionamenti. Il primo portatore di condizionamenti è la
televisione. La nostra prima scelta sarà di liberarsene. Così come la
società dei consumi riduce l’uomo alla sua dimensione economica –
consumatore -, la televisione riduce l’informazione alla superficie,
l’immagine. Media della passività, quindi della sottomissione, non
smette di far regredire gli individui. Per sua natura, la televisione
richiede la rapidità, non tollera i discorsi approfonditi. La
televisione inquina al momento della sua produzione, durante l’utilizzo
e poi come rifiuto. Noi le preferiamo la nostra vita interiore, la
creatività, imparare a fare musica, fare ed assistere a spettacoli
viventi…Per tenerci informati abbiamo delle scelte: la radio, la lettura, il teatro, il cinema, incontrare gente, ecc.
2. Liberarsi dall’automobile
Più
che un oggetto, l’automobile è il simbolo della società dei consumi.
Riservata al 20% degli abitanti della terra, i più ricchi, porta
inesorabilmente al suicidio ecologico per la distruzione delle risorse
naturali (necessarie per la sua produzione) o per i diversi tipi di
inquinamento tra cui l’aumento dell’effetto serra. L’automobile provoca
guerre per il petrolio di cui l’ultima per data è il conflitto irakeno.
L’automobile porta anche come conseguenza una guerra sociale che
provoca un morto ogni ora solamente in Francia. L’automobile è uno dei
flagelli ecologici e sociali del nostro tempo.
Noi le
preferiamo: il rifiuto dell’ipermobilità. La volontà di abitare vicino
al luogo di lavoro. Camminare a piedi, andare in bicicletta, prendere
il treno, utilizzare i trasporti collettivi.
3. Liberarsi dal telefonino
Il
sistema genera dei bisogni che diventano delle dipendenze. Ciò che è
artificiale diventa naturale. Come numero di oggetti della società dei
consumi, il telefonino è un falso bisogno creato apposta dalla
pubblicità. “Con la telefonia mobile, siete mobilitabili in un
istante”. Assieme al telefonino butteremo via i forni a micro-onde, le
falciatrici a motore, e tutti gli oggetti inutili della società dei
consumi.
Noi preferiamo al telefonino la posta, la parola, ma
soprattutto cercheremo di vivere per noi stessi invece di cercare di
riempire il vuoto esistenziale con degli oggetti.
4. Rifiutare l’aereo
Rifiutare
di prendere l’aereo, è prima di tutto rompere con l’ideologia dominante
che considera un diritto inalienabile l’utilizzo di questo mezzo di
trasporto. Però, meno del 10% degli esseri umani hanno già preso
l’aereo. Meno dell’1% lo utilizza tutti gli anni. Questo 1%, la classe
dominante, sono i ricchi dei paesi ricchi. Sono loro che detengono i
media e fissano le regole della società. L’aereo è il mezzo di
trasporto più inquinante per passeggero trasportato. A causa dell’alta
velocità, sballa la nostra percezione delle distanze.
Noi
preferiamo andare meno lontano, ma meglio, a piedi, sul carretto a
cavallo, in bicicletta o in treno, in barca a vela, con ogni veicolo
senza motore.
5. Boicottare la grande distribuzione
La
grande distribuzione è inscindibile dall’automobile. Disumanizza il
lavoro, inquina e sfigura le periferie, uccide i centri delle città,
favorisce l’agricoltura intensiva, centralizza il capitale, ecc. La
lista dei flagelli che rappresenta è troppo lunga per essere elencata
qui.
Noi le preferiamo: prima di tutto consumare meno,
l’autoproduzione alimentare (l’orto), poi le botteghe di quartiere, le
cooperative, l’artigianato. Questo ci porterà anche a consumare meno e
a rifiutare i prodotti industriali.
6. Mangiare poca carne
O
meglio, mangiare vegetariano. Le condizioni di vita riservate agli
animali di allevamento rivela la barbarie tecnoscientifica della nostra
civiltà. L’alimentazione carnea è anche un grosso problema ecologico. E
meglio nutrirsi direttamente dei cereali che utilizzare il terreno
agricolo per nutrire animali destinati al macello. Mangiare
vegetariano, o comunque mangiare meno carne ci porta anche una miglior
igiene alimentare, meno ricca in calorie.
7. Consumare prodotti locali
Quando
si compra una banana delle Antille, si consuma anche il petrolio
necessario al suo trasporto verso i nostri paesi ricchi. Produrre e
consumare localmente è una delle condizioni migliori per entrare nel
movimento di decrescita, non in senso egoistico, chiaramente, ma al
contrario perché ogni popolazione ritrovi la sua capacità di
autosufficienza. Per esempio, quando un contadino africano coltiva
delle noci di cacao per arricchire qualche dirigente corrotto, non
coltiva di che nutrirsi e nutrire la sua comunità
8. Politicizzarsi
La
società dei consumi ci lascia la scelta: tra Pepsi-Cola e Coca-Cola o
tra caffè Lavazza e caffè “equo” di Max Havelaar. Ci lascia delle
scelte da consumatori. Il mercato non è né di destra, né di centro né
di sinistra: lui impone la sua dittatura finanziaria avendo come
obiettivo di rifiutare qualunque contraddittorio o conflitto di idee.
La realtà sarà l’economia: gli umani si sottomettano. Questo
totalitarismo è paradossalmente imposto in nome della libertà, di
consumare. Lo status di consumatore è addirittura superiore a quello di
essere umano..
Noi preferiamo politicizzarci, come persone,
nelle associazioni, nei partiti, per combattere la dittatura delle
fabbriche. La democrazia esige una conquista permanente. Muore quando
viene abbandonata dai cittadini. E’ ora di propagare l’idea della
decrescita.
9. Sviluppo della persona
La
società dei consumi ha bisogno di consumatori servili e sottomessi che
non desiderino più essere degli umani a tutto tondo. Questi non possono
più esistere che grazie all’abbrutimento, per esempio davanti alla
televisione, ai “divertimenti” o al consumo di psicofarmaci (Prozac…) Al
contrario, la decrescita economica ha come condizione uno sviluppo
sociale ed umano. Arricchirsi sviluppando la propria vita interiore.
Privilegiare la qualità della relazione con se stessi e con gli altri a
detrimento della volontà di possedere degli oggetti che a loro volta vi
possiederanno. Cercare di vivere in pace, in armonia con la natura, non
cedere alla propria violenza, ecco la vera forza.
10. Coerenza
Le
idee sono fatte per essere vissute. Se non siamo capaci di metterle in
pratica, serviranno solo a far vibrare il nostro ego. Siamo tutti a
bagno nel compromesso, ma cercheremo di tendere alla maggior coerenza.
E’ la scommessa della credibilità dei nostri discorsi. Cambiamo ed il
mondo cambierà.
Questa lista sicuramente non è esaustiva. A voi
completarla. Ma se non ci impegniamo a tendere verso la ricerca della
coerenza, ci ridurremo a lamentarci ipocritamente sulle conseguenze del
nostro stile di vita. Evidentemente non c’è un modo per vivere
“immacolati” sulla Terra. Siamo tutti a bagno nel compromesso, e va
bene così. (http://www.decrescita.it/)
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