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Home » 2009 » Febbraio » 3 » Asia: scoperta l’origine delle nubi marroni inquinanti
Asia: scoperta l’origine delle nubi marroni inquinanti
02:03

Individuata la composizione e l’origine delle “nubi marroni atmosferiche” (Atmospheric Brown Clouds, ABCs) (ECO51), la massa di particelle di polveri inquinanti sempre più fittamente visibile ogni inverno nei cieli dell’Asia del Sud fino all’Oceano Indiano. Questa nebbia incombente di fuliggine dall’odore acre risulta prodotta per tre quarti dall’attuale combustione di biomassa organica - legna, sterco di vacca, residui agricoli - per riscaldare e cucinare popolarmente a uso residenziale, in parte per produrre energia a livello industriale, sprigionando fumi altamente tossici in tutta la regione, e per un terzo da quella di combustibili fossili. Propendevano per il contrario più di 200 ricercatori indiani, americani ed europei, impegnati da vent’anni a studiare questo oscuro fenomeno asiatico poichè la coltre di fuliggine, cenere mista a polvere, blocca la luce solare, raffredda la terra e la superficie del mare, con ripercussioni sul bilancio idrologico e sui monsoni; un suo componente, il carbonio nero, è la seconda causa del riscaldamento globale dopo il diossido di carbonio.

La misurazione radiocarbonica della composizione della nube durante il monsone invernale, tra il gennaio e l’aprile del 2006, ha consentito a un team internazionale di ricercatori, coordinati dal Professore di biogeochimica Örjan Gustafsson dell’Università di Stoccolma, di accertare la percentuale del radiocarbonio, l’isotopo del carbonio-14 (14C). Ad alta quota, viene prodotto dai raggi cosmici che modificano l’azoto atmosferico nelle minuscole particelle inquinanti di aerosol rilevate in vetta a Sinhagad, nell’India occidentale, e sull’isola di Hanimaadhoo, nel nord delle Maldive. L’elevata presenza di radiocarbonio è chiaramente indicativa dell’origine da combustione recente di biomasse organiche, poichè i combustibili fossili, che hanno avuto milioni di anni di degrado, non presentano isotopi. Ora lo studio, pubblicato sulla rivista Science, dovrà essere confermato dai rilevamenti effettuati in altri siti.

In Cina e in India, 340.000 persone muoiono ogni anno per malattie cardiovascolari e respiratorie da inalazione di sostanze tossiche, carbonio nero e particolato, emesse dai combustibili organici usati diffusamente nei paesi in via di sviluppo, avvisano i ricercatori nel rapporto. Anche il clima viene influenzato con diminuzioni delle piogge nella stagione secca e aumento dell’intensità durante i monsoni. Effetti gravi - come la fusione dei ghiacciai Himalayani e i sistemi meteorologici - sempre più estremi, sono delineati da un recente rapporto del Programma ambientale delle Nazioni Unite.

La nuova scoperta fornisce un orientamento per ridurre le emissioni delle nuvole marroni, senza distogliere dalla necessaria riduzione dei gas a effetto serra a lungo termine. La nube annuale potrebbe diminuire rapidamente in modo notevole sostituendo un’alimentazione più efficiente a biogas o a solare alle attuali biomasse asiatiche, considerando che le particelle di fuliggine permangono nell’atmosfera solo per poche settimane. La diffusione delle tecnologie verdi ambientali e la lotta contro la povertà per il controllo della combustione a biomassa su piccola scala sono svolte importanti per ridurre le emissioni inquinanti, il riscaldamento globale e migliorare la qualità dell’aria.

Il Professore Gustafsson esorta gli ambientalisti a non limitarsi a contrastare i carburanti e il carbone a favore di fonti di energia pulita. I paesi più avanzati dovrebbero contribuire al trasferimento di innovazioni tecnologiche nelle famiglie povere dell’Asia del Sud. Lo sviluppo, la fabbricazione e la commercializzazione di biomassa solida come combustibile è una sfida e un’opportunità per la ricerca scientifica, il partenariato pubblico-privato, la creatività imprenditoriale e politica.

(http://www.eco51.it/)




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