Lavarsi le mani, e col sapone, è la raccomandazione che tutti ci siamo sentiti ripetere sino alla noia da bambini: se adesso, magari diventati genitori, vorrete riproporla ai vostri figli fate attenzione a quale sapone useranno. In America, infatti, pare stia per scoppiare un piccolo allarme attorno ad una sostanza chimica largamente utilizzata dall’industria come disinfettante antibatterico: il Triclosano.
Che i saponi antibatterici in alcuni casi potessero irrobustire i batteri, i nostri lettori lo sapevano già da tempo. Oggi però prendiamo in esame uno dei componenti maggiormente sotto accusa per il suo impatto ambientale ed anche per le implicazioni a lungo termine sulla salute pubblica: sintetizzato negli Anni Sessanta dalla ditta Ciba e commercializzato all’inizio del decennio successivo, il Triclosano divenne ben presto molto popolare per via delle sue proprietà detergenti e i prodotti che lo contenevano si moltiplicarono.
Oggi il triclosano è presente in molti saponi, nei dentifrici, nei detergenti liquidi e spray ed in molti prodotti per l’igiene orale ma anche in prodotti cosmetici, indumenti e perfino giocattoli: possiamo quindi parlare di una sua presenza globale in dosi tali da rappresentare, qualora venissero accertate le sue proprietà nocive, un rischio notevole per tutta l’umanità. Il caso del DDT è emblematico: se dapprima uccideva gli insetti più fastidiosi dopo decenni di utilizzo si scoprì la relazione tra le componenti chimiche del famoso insetticida e l’irrobustimento di mosche, vespe, zanzare e compagnia! Il principio è piuttosto semplice ed è lo stesso anche per il triclosano: questo non uccide proprio tutti gli insetti che lo assumono ed alcuni di questi, più resistenti per natura, finiscono col trasferire nella loro progenie tale carattere che si generalizza in tutta la specie.
Così facendo, in teoria, nessun antibatterico potrà mai debellare i problemi legati a questi microrganismi: per farlo bisognerebbe introdurre nei disinfettanti sempre più veleno sino alle dosi – stiamo facendo delle semplici ipotesi di studio – in grado di uccidere gli esseri umani. Pur essendo la nostra un’iperbole non bisogna sottovalutare i rischi per la salute. Sebbene negli USA la questione sia altamente dibattuta in questo periodo – ma, come è noto, ci sono anche altri problemi da tenere d’occhio con attenzione – paesi come il Canada hanno messo al bando il triclosano. Basandosi su lavori scientifici sembrerebbe infatti che non ci siano dei benefici da un punto di vista igienico e dunque un suo utilizzo comporterebbe unicamente dei rischi potenziali e soprattutto inutili. In Italia il triclosano è utilizzato come pesticida ed anche nei prodotti cosmetici e sanitari con funzione biocida, in ottemperanza alla normativa europea vigente. Tuttavia paesi come la Germania, la Danimarca e la Finlandia hanno promosso campagne di disincentivo dell’utilizzo di tali disinfettanti e la Svezia, sulla base di ricerche svolte dall’Università di Stoccolma, mette addirittura in guardia dai pericoli di questo disinfettante così diffuso.
Quali sono i rischi del triclosano sulla salute? Alterazione delle funzioni epatiche e polmonari, scompensi nelle difese immunitarie, sterilità e disturbi neuro-motori che possono portare alla paralisi. Non basta: questa sostanza è in grado di accumularsi nei tessuti e di permanere a lungo in un organismo con danni facilmente immaginabili.
Il triclosano è ormai presente nei liquidi biologici di gran parte della popolazione mondiale, anche nel latte materno, e siamo così esposti ad esso che lo si riscontra, in dosi minime, perfino in persone che non fanno uso dei disinfettanti che lo contengono. L’impatto ambientale di questo componente del sapone all’apparenza così innocuo è solo ipotizzabile. Quando ci laviamo, ci sciacquiamo con acqua che finirà, prima o dopo, nei fiumi e nei mari che verranno contaminati da un agente inquinante dalle spiccate proprietà biocide: speriamo solo che i pesci siano forti almeno quanto gli insetti!
Fonte: http://www.eco51.it/ |