Con il termine Organismo Geneticamente Modificato si
intende un individuo le cui modificazioni genetiche siano state operate
dall'uomo attraverso moderne tecniche di ingegneria genetica.
Uno o più geni presi da altri organismi vengono
introdotti nel patrimonio ereditario dell’organismo che si vuole modificare.
Le modifiche creano nuove specie (chiamate transgeniche)
più resistenti alle condizioni climatiche e ambientali.
Però alcuni Paesi dell’Unione Europea rifiutano di
commercializzarli.
Gli OGM sono una combinazione del patrimonio genetico di
un organismo ospite, con un tratto di DNA di un organismo donatore.
La funzione principale del DNA è di produrre proteine,
quindi nelle piante geneticamente modificate vi saranno "nuove"
proteine per le quali l’organismo umano non è stato mai in contatto.
Sulle confezioni di molti prodotti alimentari, specie
quelli a base di riso, soia e mais, si trova oggi anche la dichiarazione che
non sono stati utilizzati ingredienti derivati da OGM.
Con questo i produttori intendono tranquillizzare i
consumatori attenti e preoccupati per la propria salute e per l'ambiente.
Gli studi sugli OGM per il momento non hanno ancora
portato ad avere certezze e garanzie sulla loro innocuità.
Gli OGM immessi sul mercato, destinati all’alimentazione,
possono provocare un aumento delle risposte allergiche, in special modo nei
lattanti, bambini e immunodepressi; per questo motivo numerosi stati, tra cui
l’Italia, hanno bandito l’uso di tali prodotti nei bambini fino a tre anni.
Animali e vegetali
transgenici
Fino ad oggi gli esperimenti svolti nei laboratori hanno
portato alla nascita di moltissimi animali geneticamente modificati.
I miracoli della bioingegneria non si fermano alle sole
specie animali, ma hanno dato vita a una vera e propria rivoluzione verde
grazie a una serie di interventi sul mondo vegetale che hanno prodotto le
cosiddette piante transgeniche.
Le sementi, modificate geneticamente, più diffuse sono:
Mais Starlink, prodotto dall'Aventis, è velenoso per un
bruco ed altri insetti. Nel 1998 ne era stata approvata la produzione per il
solo uso animale. Nel 2000 ricerche effettuate in USA stabilirono che il mais
tradizionale era contaminato per il 25% di Starlink, nel 2001 la contaminazione
passò al 75%.
Soia Roundup Ready, prodotto dalla Monsanto, è resistente
ai diserbanti "Roundup" anch'essi prodotti dalla stessa
multinazionale. Questi speciali sementi permettono ai coltivatori di usare in
maniera indiscriminata i diserbanti prodotti dalla Monsanto, sicuri che essi
elimineranno ogni specie vegetale tranne la loro soia.
In questo caso le nuove tecnologie
offrono vantaggi di tipo essenzialmente economico, poiché permettono di
produrre maggior quantità di alimenti.
Se gli investimenti delle grandi
industrie alimentari favoriranno la coltivazione di poche specie trattate,
molte altre varietà animali e vegetali verranno abbandonate e la vita sul
pianeta perderà la sua ricchezza.
Diffusione delle piante transgeniche
Nel 2005 le piante transgeniche
occupavano più di 81 milioni di ettari, concentrati prevalentemente negli Stati
Uniti, Argentina, Canada, Brasile e Cina. In Europa vi sono piccole
coltivazioni in Germania e Francia, mentre la Spagna ed alcune nazioni
dell'Europa orientale già da diversi anni coltivano alcune decine di migliaia
di ettari con piante transgeniche.
Il numero dei paesi interessati è
salito a 22 di cui 11 paesi industrializzati ed 11 in via di sviluppo.
Detti 22 paesi rappresentano il 55%
della popolazione mondiale e il 52% della terra arabile del mondo.
L’agricoltura
biologica
L’agricoltura biologica produce secondo i metodi
naturali, inquina meno l’ambiente e rispetta la salute del coltivatore e del
consumatore.
Al posto dei concimi chimici utilizza quelli organici
come il letame.
Rifiuta i pesticidi e gli OGM.
Il mercato dei prodotti agricoli biologici sta crescendo rapidamente, anche se
i prezzi sono alti.
Le produzioni biologiche sono certificate da vari
organismi ufficiali e i prodotti riportano un’apposita etichetta che ne
garantisce la qualità.
Protocollo di
Cartagena
Il Protocollo di Cartagena sulla Biosicurezza è un
accordo internazionale ispirato alla Convenzione sulla Diversità Biologica, che
ha come obiettivo la garanzia della protezione nel campo del trasferimento,
della manipolazione e dell'uso degli organismi viventi modificati ottenuti con
la moderna biotecnologia.
Nel testo si riconosce la necessità di indagare a fondo i
potenziali rischi associati agli organismi geneticamente modificati, ottenuti
tramite le moderne biotecnologie, al fine di garantire un elevato livello di
protezione con particolare riferimento alla diversità biologica, ed assegna
alle Parti della Convenzione il compito di assumere le necessarie misure
legali, amministrative e politiche al fine di prevenire eventuali rischi. Il
Protocollo entra in vigore l'11 settembre del 2003.
I GURT
GURT è l'acronimo di Genetic Use Restriction Technology
che indica una serie di tecnologie utilizzate per porre delle restrizioni
all'utilizzo delle piante geneticamente modificate.
Un tipo di restrizione è v-GURT: questo tipo di GURT
produce sementi sterili quindi un contadino che ha acquistato semi contenenti
la tecnologia v-GURT non può conservare il raccolto per piantarlo
successivamente.
L'impatto risulta limitato per quegli agricoltori che
sono soliti utilizzare sementi ibride che vengono acquistate presso aziende
specializzate.
Fonte: http://www.griffini.lo.it/ |