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| Home » 2010 » Marzo » 17 » Uova di gallina, occhio all'etichetta
Uova di gallina, occhio all'etichetta | 01:01 |
Indagine Lav nei supermercati: messaggi fuorvianti, poca trasparenza sulle condizioni di allevamento. Sono fuorvianti e ambigue le etichette su molte confezioni di uova di galline allevate in gabbia. Lo afferma la Lav-Lega antivivisezione, dopo aver svolto un'indagine presso i supermercati delle principali città italiane e nell'esprimere il timore che questa mancanza di trasparenza possa costituire un freno alla direttiva Ue che metterà al bando dal 2012 le gabbie di batteria. Per questo la Lav, nel sottolineare che «le uova non sono tutte uguali», e i supermarket dovrebbero favorire il consumo di quelle provenienti da allevamenti attenti al benessere degli animali, annuncia che presenterà un nuovo ricorso all'Antitrust. Ma sarà anche favorita una maggiore consapevolezza della «buona etichettatura» presso i consumatori, attraverso la distribuzione - sabato e domenica prossimi in 350 piazze d'Italia - di una nuova guida-pratica al sistema di etichettatura delle uova.
«NORME PIU' CHIARE» - «I consumatori di uova rischiano ogni giorno di essere ingannati da scritte fuorvianti - osserva Robero Bennati, vicepresidente della Lav -, o da immagini bucoliche non corrispondenti alla realtà dell'allevamento intensivo nelle gabbie di batteria. Sollecitiamo quindi il ministero delle politiche agricole a perseguire una politica di maggior rigore e e a farsi promotore di un'azione normativa integrata, al fine di garantire un'etichettatura delle uova aderente alla realtà della produzione e del sistema di allevamento delle galline, nel rispetto delle scelte e della volontà dei cittadini».
LA SITUAZIONE IN ITALIA - La Lav sottolinea che l'allevamento in gabbia in Italia riguarda ancora l'80% delle galline (68% nell'Ue). In ogni caso, rileva la Lav, dal 2002 al 2008 gli allevamenti di galline «a terra», «all'aperto» e «bio» in Italia sono cresciuti come numero di galline allevate (+400% per l'allevamento all'aperto; +238% allevamento bio), a fronte di una lenta flessione del sistema in gabbia (-21%) che domina il mercato con 39,5 milioni di galline. La maggior parte dei consumatori - conclude la Lav - ha chiaramente espresso la volontà e la disponibilità a sostenere una spesa maggiore per l'acquisto di uova se tale spesa permette di garantire un miglior benessere alle galline. Secondo un'indagine Eurobarometro, il 25% dei cittadini sarebbe disposto a sostenere un aumento dei prezzi delle uova del 5%, il 21% di loro è disposto a sostenere un aumento del 10%, e l'11% accetterebbe un aumento dei prezzi del 25%.
Per saperne di più su questo argomento potete leggere QUI.
Tratto: www.corriere.it
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Aggiunto da: paradisiverdi
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