Le istruzioni scientifiche
hanno dimostrato la stretta correlazione tra abitudini alimentari e
salute. E sempre più spesso l'alimentazione carnea è risultata uno dei
principali fattori di rischio.
14 marzo 2007 - Michela De Petris (Medico chirurgo, specializzata in scienza dell'alimentazione, membro del CMS di AVI)
Fonte: L'Idea vegetariana n. 165
In uno dei tanti rapporti stilati dall'Organizzazione Mondiale
della Sanità sullo stile di vita e sulle abitudini alimentari è apparso
come i paesi del mondo occidentale siano sempre più caratterizzati da
un ridotto livello di attività fisica e da una dieta tendenzialmente
ipercalorica, ricca in carboidrati semplici, grassi saturi e proteine
animali (WHO, 2003).
La diffusione delle abitudini igienico-alimentari tipiche delle
società industrializzate sta determinando -anche nei paesi in via di
sviluppo- un preoccupante aumento delle patologie cronico-degenerative
a esse associate.
È ormai noto come il rischio di malattia dipenda dalla complessa
interazione fra fattori genetici e fattori ambientali e quanto questi
ultimi siano chiaramente influenzati dallo stile di vita e, dunque,
potenzialmente modificabili.
Tra i fattori ambientali su cui intervenire per ridurre l'incidenza
delle malattie cronico-degenerative (cerebro-cardio-vasculopatie,
ipertensione arteriosa, obesità, diabete, osteoporosi, demenze,
tumori), l'alimentazione occupa certamente un posto di rilievo.
Periodicamente vengono pubblicate raccomandazioni su ciò che è
giusto mangiare per non ammalars. Ma fino a che punto tali indicazioni
sono affidabili e convincenti?
Penso sia utile e interessante per tutti (addetti ai lavori,
appassionati o semplici curiosi) proporre in modo chiaro e univoco,
quelli che sono i risultati di un grosso lavoro di revisione
scientifica condotto per studiare la relazione fra dieta, stile di vita
e salute.
Si tratta di un'accurata analisi della letteratura scientifica
prodotta negli Istituti di Ricerca di tutto il mondo negli ultimi 10
anni, con l'obiettivo di stilare delle indicazioni igienico-alimentari
basate su prove validate e condivise dal mondo della ricerca e della
Sanità Pubblica.
Lo studio viene realizzato con cadenza decennale proprio per la
grossa mole di dati e di pubblicazioni da revisionare ed è promosso
dalle due massime autorità scientifiche in questo campo: il Fondo
Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF) e l'Istituto Americano per la
Ricerca sul Cancro (AIRC).
Le ultime raccomandazioni WCRF/AIRC risalgono al 1997 e
rappresentano le linee guida ufficiali e universalmente riconosciute
per promuovere uno stile di vita che favorisca la prevenzione del
cancro e di numerose altre malattie cronico-degenerative.
Le linee guida ufficiali1. Scegliere prevalentemente
alimenti di origine vegetale, con un'ampia varietà di verdura, frutta,
legumi e cibi amidacei integrali o poco raffinati. Preferire i cereali
in chicco, i prodotti realizzati con farine integrali, le radici e i
tuberi; la raffinazione impoverisce e adultera l'alimento.
2. Raggiungere e conservare un peso forma; non aumentare più di 5
kg nel corso dell'età adulta. Non esiste un peso ideale assoluto, ma è
buona norma mantenere il proprio peso all'interno dell'intervallo di
normalità (body mass index compreso fra 18.5 e 24.9 kg/m2).
3. Mantenersi fisicamente attivi per tutta la vita. È raccomandabile
dedicare almeno un'ora al giorno ad attività ludico-sportive di tipo
aerobico come camminare a passo svelto, andare in bicicletta, nuotare,
pattinare, ballare, sciare.
4. Mangiare almeno cinque porzioni al giorno (pari a 600-800 grammi)
fra verdura e frutta di stagione. Le patate non sono da considerarsi
verdura, ma alimenti amidacei; è consigliabile consumarle solo
saltuariamente e meglio sotto forma di gnocchi o fredde in insalata
perché fanno aumentare meno la glicemia.
5. Basare la propria alimentazione quotidiana su cereali e legumi.
Preferire i prodotti che non abbiano subito importanti trattamenti
industriali. Evitare il più possibile gli zuccheri e le farine
raffinate. Lo zucchero, le farine di tipo 0 e 00, il pane di grano
tenero, i dolci di pasticceria e il riso brillato sono sconsigliati,
mentre sono indicati i cereali in chicco, le farine integrali, il pane
e la tradizionale pasta italiana di grano duro.
6. Le bevande alcoliche sono da evitare. Per chi ne fa uso abituale
si raccomanda di non superare i due bicchieri al giorno per gli uomini
e uno per le donne.
7. L'uso di carne rossa è sconsigliato. È possibile consumare pesce
e, saltuariamente, carne bianca. Le evidenze scientifiche che portano a
consigliare il consumo di pesce riconoscono gli effetti protettivi e
terapeutici degli acidi grassi polinsaturi in esso contenuti (EPA,
DHA), ma è ormai noto che anche nel mondo vegetale esistono fonti
interessanti (semi di lino, alghe, noci) di omega 3, molecole che
l'organismo umano è in grado di utilizzare e trasformare negli stessi
grassi buoni presenti nel pesce. Per quanto riguarda la carne bianca,
non vi è evidenza che un suo consumo abituale possa essere a rischio
per la salute, ma non bisogna trascurare che, come la carne rossa, è
ricca di grassi saturi e di colesterolo. Inoltre, combinando
adeguatamente fra loro cereali e legumi è possibile garantire
un'assunzione di proteine e di aminoacidi essenziali paragonabile a
quella ottenuta dal consumo di alimenti animali a fronte di un apporto
minimo di grassi saturi e nullo di colesterolo.
8. Limitare il consumo di grassi, soprattutto se di origine animale;
preferire gli olii vegetali, ma sempre in piccole quantità. I grassi
animali sono contenuti in latte, burro, formaggi, uova, carni e
affettati e sono costituiti prevalentemente da grassi saturi e
colesterolo; i pesci contengono anche grassi polinsaturi della serie
omega 3. Tra gli olii vegetali si consiglia di scegliere quelli
spremuti a freddo e in particolar modo quello extravergine d'oliva, da
utilizzare sia a crudo sia per cucinare.
9. Evitare il consumo di cibi conservati e limitare l'uso di sale
per condire e per cucinare; privilegiare l'utilizzo di erbe aromatiche
e di spezie. È noto come alcuni conservanti utilizzati per il
confezionamento dei salumi (es. nitriti) esercitano attività
cancerogenica nell'organismo.
10. Non lasciare a lungo cibi deteriorabili a temperatura ambiente,
ma conservarli in frigorifero. In particolare verdure cotte,
minestroni, ravioli suscettibili di inquinamento biologico e di
formazione di sostanze mutagene.
11. Certi additivi alimentari possono essere pericolosi, così come i
residui di diserbanti e insetticidi. Nel nostro paese la presenza di
additivi e contaminanti è regolata dalla legge; si consiglia comunque
di preferire cibi freschi e naturali e di consumare frutta e verdura di
stagione, provenienti da coltivazioni biologiche o biodinamiche.
12. Evitare il consumo di patate, carni e pesci cotti a elevate
temperature, alla griglia o affumicati. Questi metodi di cottura
predispongono alla formazione di sostanze cancerogene quali:
idrocarburi aromatici policiclici, ammine eterocicliche, acrilamide.
13. Per chi segue queste raccomandazioni ogni integratore alimentare o supplemento vitaminico è inutile.
14. In ogni caso, non fumare.
Dall'analisi di tutti questi punti, risulta ben evidente come
l'indicazione generale sia di basare la propria dieta su prodotti di
origine vegetale ricordandosi che "se non basta mangiare male per
ammalarsi, sicuramente mangiare bene aiuta a rimanere sani".
In aggiunta, bisogna abituarsi a svolgere a ogni età un'attività
fisica in modo regolare e mantenere un peso appropriato per tutta la
vita.
Indicazioni fornite, razionale spiegato, dubbi fugati...a ognuno
il compito di ricominciare (o proseguire) con il piede giusto per
coltivare coscientemente la propria salute e quella del pianeta!
Fonte: http://www.vegetariani.it/, http://www.divietodaccesso.org/ |