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Quale tempio è di Dio la dimora?
Questa è una sorta di parabola tratta dal sesto libro di V. Megre (Anastasia) chiamato "Libro di stirpe". In Italia non è stato tradotto e così ci siamo fatti coraggio e c'abbiamo provato noi. Abbiamo cercato di rendere al meglio la poeticità della scrittura originale e, sperando di essere riusciti nell'intento, vi auguriamo buona lettura!

***

In uno dei numerosi insediamenti umani sulla Terra delle persone hanno vissuto felicemente. Novantanove le famiglie lì presenti. Ogni famiglia aveva una pregevole dimora, decorata di curiosi intagli in legno. Il giardino che ogni dimora attorniava, ogni anno, regalava generosi frutti. Da sé produceva ortaggi e bacche. Queste persone incontravano gioiosi la primavera e si godevano l’estate. Le loro feste, allegre ed amichevoli, davano vita a canzoni e balli. Durante l’inverno essi dagli affari di tutti i giorni e dalle celebrazioni riposavano. E contemplando i cieli hanno rimuginato — è mai possibile disporre le stelle e la luna in modi migliori di come sono già?
Una volta ogni tre anni, nel mese di Luglio, quelle persone si riunivano assieme sul prato al margine del villaggio. Una volta ogni tre anni, con una voce dal tono regolare, Dio rispondeva alle loro domande. Invisibile alla vista, Dio appariva, percepibile a tutti. Ed insieme ad ogni abitante decideva come costruire una vita migliore per i giorni futuri. A volte la conversazione tra le persone e Dio assumeva tinte filosofiche, altre volte era semplice, scherzosa.
Per citare un esempio, un anziano un giorno s’è alzato ed a Dio ha domandato:
-    Ma com’è che tu, Dio, durante la celebrazione estiva quando noi tutti ci siamo riuniti per vedere l'alba, hai cominciato a bagnarci con la pioggia? Fino a mezzogiorno la pioggia ha scrosciato, come una cascata dal cielo, solo dopo mezzogiorno il sole ha cominciato a brillare. Forse fino a mezzogiorno eri appisolato?
-    Non dormivo – Dio ha risposto – fin dal sorgere del sole pensavo a come agire in maniera che la vacanza passasse nel miglior modo. Ad un certo momento ho notato che alcuni di voi, prima di recarsi alla celebrazione, sono stati un po' pigri, troppa fatica per lavarsi con l'acqua limpida. Come può essere? Tali sporcaccioni avrebbero rovinato la festa. E ho deciso di dare a tutti una bella lavata, per poi portare via le nuvole e lasciare che il sole vi accarezzasse coi suoi raggi.
-    Se è così, va bene… - ha concordato l’uomo, mentre furtivamente si puliva le briciole dai baffi e si apprestava a ripulire le macchie di mirtillo intorno alla bocca di suo figlio.

-    Dimmi, Dio – ha chiesto poi un altro uomo – un anziano e pensieroso filosofo, - sopra di noi, nel cielo, ci sono così tante stelle, cosa significa il loro disegno così fantasioso? Potrò io, scegliendo una stella che la mia anima ama, stabilirmi lì con la mia famiglia quando la vita sulla Terra diventerà per me noiosa?
-    Un disegno di corpi cosmici che scintillano nel cielo ci informa della vita di tutto l'Universo. Il rilassamento e la concentrazione dell'anima ti permetteranno di leggere il libro di cieli. Non saranno l'oziosità o la curiosità ad aprirti il segreto del libro dei cieli, bensì pensieri puliti e significativi. E tu potrai stabilirti sulla stella. Ed ognuno potrà scegliere un pianeta del cielo per sé. Solo una condizione deve essere rispettata. Bisogna diventare capaci – sulla stella da te scelta plasmare delle creazioni migliori che sulla Terra.

Dall'erba è saltata fuori una ragazza, ancora molto giovane, s’è sistemata la treccia castana sulla schiena, ha alzato il suo visino con un nasino camuso, mettendosi le mani sui fianchi in posa stizzita ha detto a Dio:
-    Io ho una pretesa da te, Dio. Sono due anni che attendo con pazienza di avanzare le mie pretese ed ora lo faccio. C’è disordine, non vi è normalità sulla Terra. Tutte le persone vivono normalmente, si innamorano, si sposano, si divertono. Ed io, in cosa sono colpevole? Non appena la primavera arriva sulle mie guance compaiono le lentiggini. Non posso lavarle via, non riesco a mascherarle con qualcosa. Ma come, tu le hai inventate per divertirti, Dio? Pretendo che alla nuova primavera le lentiggini non appaiano più!
-    Oh figlia mia, non le lentiggini, bensì le efelidi appaiono sul tuo visino splendido in primavera. Ma le chiamerò come tu desideri. Se tu consideri le tue lentiggini come una inconvenienza, le farò sparire la prossima primavera – Dio ha risposto alla ragazza.
Ma si è alzato un ragazzo statuario da un lato del prato ed ha sommessamente detto a Dio:
-    Non poche cose ci saranno da fare in primavera. Tu, Dio, prova a partecipare a ognuna. Perché sprecare la tua attenzione con le lentiggini. E, a proposito, esse sono così belle, tanto belle che io non riesco ad immaginare una ragazza più bella di colei con le lentiggini.
-    Quindi cosa dovrei fare? – Dio ha detto meditatamente – la ragazza me l’ha chiesto, l'ho promesso…
-    Come sarebbe " cosa dovrei fare "? – Ha detto la ragazza intromettendosi nel discorso – qui si dice: "Non con le lentiggini, ma con altre cose più importanti dobbiamo essere occupati". E se già abbiamo parlato delle efelidi, così, per simmetria, sarebbe giusto aggiungerne una sulla guancia destra!
Dio ha sorriso, ciò era visibile da come le persone stavano sorridendo. Tutti hanno capito: presto un amore sarebbe nato, una nuova famiglia meravigliosa nel loro villaggio.


Così vivevano le persone con Dio nel mirabile villaggio. Una giorno sono arrivati da loro cento saggi. I cordiali abitanti del villaggio erano soliti dare il benvenuto ai loro ospiti con tante leccornie. Dei frutti meravigliosi hanno assaporato i saggi ammirandone il gusto insolito. Poi uno di essi ha detto:
-    Oh, gente, la vostra vita è lenta e meravigliosa. L'agiatezza e l'accoglienza sono in ogni vostra dimora. Ma non notiamo la cultura del parlare con Dio. Non notiamo glorificazione, venerazione nei confronti di Dio.
-    Ma perché? – hanno obiettato gli abitanti preoccupati. – Conferiamo con Dio come se lui fosse uno di noi. Lo facciamo, in verità, ogni tre anni, tuttavia ogni giorno egli sorge con il sole. Egli si da da fare negli orti e nei giardini attraverso le amiche api, ogni primavera. D’ inverno riveste la terra con la neve. Le sue azioni sono comprensibili a noi che le apprezziamo in ogni stagione, in ogni situazione meteorologica ed in ogni fase della vita.
-    Qui non fate nella maniera corretta, - ha detto uno dei saggi. – Siamo venuti per insegnarvi come parlare a Dio. Su tutta la Terra sono stati costruiti per lui delle chiese e dei templi. Lì le persone possono parlare con Dio ogni giorno. Insegneremo questo anche a voi.
Per tre anni gli abitanti del villaggio hanno ascoltato i saggi. Ciascuno dei cento ha difeso la propria teoria su come realizzare il tempio migliore per Dio, e cosa fare in quel tempio ogni giorno. Ciascuno dei saggi ha esposto loro propria teoria. Gli abitanti del villaggio non sapevano quale delle cento scegliere per loro stessi. Inoltre, come fare in modo da non offendere i saggi non scelti? Ed hanno poi deciso, ascoltando tutti, di costruire ogni tipo di tempio. Uno per ogni famiglia. Ma c'erano 99 famiglie in quel villaggio ed i saggi erano 100. La decisione degli abitanti ha cominciato a preoccupare i saggi. Questo avrebbe significato che qualcuno non avrebbe avuto un tempio e qualcuno non avrebbe ricevuto donazioni. Ed hanno cominciato a litigare tra loro, per decidere quale teoria di adorazione fosse la più effettiva. Ed hanno poi coinvolto anche gli abitanti del villaggio in quella lite. Il diverbio s’è infiammato, prima di tutto per molti anni gli abitanti del villaggio si sono dimenticati della loro chiacchierata con Dio. Non si sono riuniti come erano soliti fare, sul prato, al tempo stabilito.
Più di tre anni sono passati. Tutt’intorno al villaggio si ergevano 99 templi maestosi, ma le dimore degli abitanti stessi erano state trascurate e non brillavano più coi loro rinnovamenti. Le verdure sono rimaste non raccolte. Ed i frutti degli orti hanno cominciato a diventare il cibo dei vermi.
-    Tutto questo è successo perché, - hanno enunciato i saggi nei diversi templi, - voi non avete una fede completa. Portare più doni ai tempi, sforzatevi di più, adorate Dio più spesso. E solo un saggio, colui ch’era rimasto senza tempio diceva di nascosto all’uno e all’altro:
-    Non avete fatto le cose nel modo giusto, gente. Non propriamente tutti i templi avete costruito. E nei templi non v’inchinate nel modo giusto, non dite le parole giuste nelle vostre preghiere. Io sono l’unico che può insegnarvi come parlare con Dio ogni giorno.
Il tempo di convincere qualcuno e già un nuovo tempio ha cominciato ad apparire e, di conseguenza, gli altri hanno cominciato a deteriorarsi. E di nuovo uno dei saggi rimaneva senza doni e, di nascosto, provava a screditare gli altri sapienti.
Sono passati molti anni. Poi una volta le persone si sono ricordate delle vecchie riunioni su quel prato, dove hanno sentito la voce di Dio. Di nuovo si sono finalmente riuniti sul prato ed hanno cominciato a porre delle domande con la speranza che Dio li sentisse e rispondesse come prima:
-    Rispondici, perché è successo tutto questo? Perché i nostri orti hanno cominciato ad esporre frutti pieni di vermi? E perché ogni anno non prosperano più gli ortaggi? E perché tra le varie liti, le persone hanno lottato e disputato, ma non s’è potuto scegliere un credo che fosse il migliore per tutti? Dicci, Dio, in quale tempio tu dimori?
Il silenzio da parte di Dio per un lungo tempo si è protratto. Quando finalmente la voce ha risuonato nello spazio, ed essa non era gioiosa – bensì stanca. Dio ha risposto a coloro che si eran lì riuniti:
-    Figlie e figli miei, nelle vostre dimore circondate da giardini, oggi vi è abbandono. Io non riesco a fare tutto quanto da solo. Tutto è stato pensato fin dal principio, il sogno: solo insieme a voi posso creare degli incanti. Ma voi avete parzialmente voltato le spalle alle vostre dimore-giardino. Non posso creare da solo, la creazione deve essere collettiva. Inoltre volevo dire a tutti voi: l'amore e la libertà di scelta sono in voi, sono pronto a seguire le vostre aspirazioni concernenti il vostro sogno. E voi mi domandate, miei cari figli e figlie, in quale tempio io dimorerei? Siete tutti uguali dinnanzi a me, quindi, dove dovrei stare io per non offendere nessuno? Quando avrete trovato la risposta di questa domanda, ovvero in quale tempio io viva, seguirò la volontà comune.
Così Dio ha risposto a tutti e poi ha taciuto. E le persone del villaggio, che un tempo ergeva meraviglioso, tuttora continuano la loro lite. Nelle loro case dimorano l’abbandono e la polvere. Tutt’intorno i templi crescono sempre più alti – ed i litigi sempre più taglienti.




Tradotta da paradisiverdi
Categoria: Storie ed allegorie | Aggiunto da: paradisiverdi (17.05.2010)
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